Sicilia

SICILIA / Attività B - Rischio sismico e vulcanico

31 dicembre 2021


In questa pagina sono disponibili i documenti realizzati per la Regione Siciliana nell'ambito delle Attività B relative al rischio sismico e vulcanico.

Queste attività hanno riguardato l'applicazione del progetto standard e delle linee guida finalizzati alla riduzione del rischio sismico e vulcanico nel territorio regionale.
 

Stato avanzamento

Il progetto è avanzato del 100%

Applicazione della metodologia generale per l'individuazione dei Contesti Territoriali.

Fase A : analisi dei Sistemi Locali del Lavoro per classi demografiche.
Fase B: individuazione dei Contesti Territoriali; confronti in funzione delle forme associative tra Comuni e analisi della dimensione demografica.
Fase C: individuazione dei Comuni di Riferimento per ciascun Contesto Territoriale.
Fase D: verifiche e confronti. 

Aggiornamento delle metodologie operative su tutti gli aspetti della realizzazione della Carta Geologico Tecnica per la Microzonazione Sismica e delle sezioni geologico-tecniche, non trattati in modo esaustivo negli aggiornamenti agli "Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica 2008" e negli “Standard di rappresentazione e archiviazione informatica degli studi di Microzonazione Sismica". Il documento è costituito da due parti: nella prima sono definiti i contenuti e le modalità di rappresentazione della Carta Geologico Tecnica per la Microzonazione Sismica; nella seconda sono evidenziate le modalità con le quali il contenuto informativo della Carta Geologico Tecnica per la Microzonazione Sismica contribuisce alla definizione del modello di sottosuolo e quindi alla caratterizzazione della pericolosità sismica locale.

Linee Guida per l’aggiornamento e l’omogeneizzazione dei Piani di protezione civile comunali. Applicazione ai due Contesti Territoriali sperimentali della Regione Sicilia (CT Catania e CT Castelvetrano), della metodologia definita nelle attività A3.2 “Definizione di linee guida per l’analisi della pianificazione dell’emergenza” e A4.3 “Definizione di linee guida per un modello di valutazione standard della pianificazione di emergenza”. 

Il Documento è suddiviso in due parti: nella prima, sono specificati i riferimenti generali ed è sintetizzato il percorso metodologico generale; nella seconda, si illustra l’applicazione ai Contesti sperimentali.

Analisi preliminari per l’individuazione del Sistema strutturale minimo di gestione dell’emergenza del Contesto Territoriale. Nel capitolo 1 viene descritta la metodologia, sinteticamente indicata come “Analisi della Condizione Limite per l’Emergenza nel Contesto Territoriale”. Costituisce la prima bozza di documento per la definizione delle linee guida per l'individuazione degli elementi strutturali minimi del Contesto Territoriale.

Nel documento, con riferimento al Contesto Territoriale pilota di Lentini, sono ripercorse e illustrate tutte le fasi che portano alla valutazione dell’Indice di Operatività del Contesto Territoriale, evidenziando aspetti problematici e criticità. Individuazione del sistema strutturale minimo di gestione dell’emergenza; definizione della pericolosità sismica di base e locale del Contesto Territoriale; definizione della vulnerabilità di Edifici Strategici e delle infrastrutture; calcolo provvisorio, in assenza delle misure di vibrazione sugli Edifici Strategici, dell’Indice di Operatività del Contesto Territoriale e delle sue diverse componenti.

Applicazione della metodologia sperimentale per la valutazione di operatività del sistema di emergenza sul Contesto Territoriale pilota di Lentini della Regione Siciliana, con un'appendice sulla pericolosità vulcanica. La metodologia generale è riportata nelle Attività generali Linee Guida dell'Indice di Operatività strutturale del Contesto Territoriale (IOCT).


Applicazione della metodologia sperimentale per la valutazione di operatività strutturale degli Edifici Strategici (ES). I risultati, in termini di curve di fragilità, contribuiscono al calcolo dell’indice di operatività.
Descrizione dei modelli semplificati ed avanzati utilizzati e dei risultati in termini di curve di fragilità con riferimento alla probabilità di superare il danno strutturale. 

Per ogni edificio in esame sono stati applicati i seguenti passi di analisi: ricerca documentale presso gli uffici tecnici; attuazione della campagna di misure di vibrazione; restituzione delle grandezze dinamiche fondamentali sperimentali (frequenze, forme modali e smorzamenti); generazione di un modello semplificato denominato SMAV sulla base dei dati sperimentali; creazione delle curve di fragilità specifiche per ogni edificio con l’ausilio del modello SMAV; modellazione a macro-elementi discreti a supporto per alcuni casi su cui la documentazione si è ritenuta congrua al tipo di modellazione.

Report di sintesi delle attività svolte per la Regione Sicilia: definizione dei Contesti Territoriali; individuazione dei sistemi per la gestione dell'emergenza (CLE di CT); valutazione dell'operatività strutturale per il Contesto Territoriale; valutazione dell'operatività non strutturale; analisi per la programmazione di interventi di miglioramento dell'operatività; buone pratiche per la gestione dell'emergenza in caso di caduta di ceneri vulcaniche; requisiti minimi per la redazione dello Studio preliminare per il Piano di protezione civile comunale in assenza del Piano di protezione civile; check-list di verifica studi di Microzonazione Sismica e CLE con istruttorie di esempio; altre attività.


Analisi statistiche ed elaborazioni cartografiche su 16 indicatori estratti dalla struttura per i Contesti Territoriali.

Il documento si compone di due parti: la prima, “Individuazione dei Contesti Territoriali”, mostra il risultato finale dell’applicazione della metodologia per l’individuazione dei Contesti Territoriali e descrive la geografia su cui vengono effettuate le valutazioni; la seconda, “Valutazione dell'efficienza del sistema di gestione dell'emergenza”, illustra e commenta i 16 indicatori.