Attività generali

ATTIVITÀ GENERALI / Attività A - Rischio idrogeologico e idraulico

31 dicembre 2021


In questa pagina sono disponibili i documenti realizzati nell'ambito delle Attività A relative al rischio idrogeologico e idraulico.

Queste attività hanno riguardato la definizione del progetto standard e la predisposizione di linee guida finalizzate alla riduzione del rischio e allo sviluppo di modelli di valutazione.
 

Stato avanzamento

Il progetto è avanzato del 100%

Metodologia per l’individuazione dei Contesti Territoriali e dei relativi Comuni di Riferimento, questi ultimi identificati come realtà urbane rilevanti per il contesto al quale appartengono e che quindi assumono un carattere prioritario ai fini della programmazione degli interventi, a partire dalle principali geografie dei sistemi territoriali esistenti a livello nazionale e regionale. La metodologia viene applicata su tutto il territorio nazionale e vengono fornite le basi dati di riferimento.

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  • A1.1 - Contesti Territoriali (file ZIP)

Le Linee guida (report A22_LG1) riguardano il monitoraggio dei fenomeni temporaleschi tramite radar meteo e altri sensori. Preliminarmente alla stesura delle linee guida è stata effettuato una ricognizione, a livello nazionale, principalmente presso il Centro Funzionale Centrale e in parte presso alcune strutture regionali, oltre che a livello internazionale, presso alcuni servizi meteo nazionali, sulle procedure di utilizzo dei dati radar (report A22_DT1).

Le Linee guida sono suddivise in quattro sezioni:

  1. La prima sezione dove si parla del potenziale valore aggiunto dei radar meteorologici nell’ambito delle attività di monitoraggio, dell’attuale infrastruttura sul territorio nazionale e dell’utilizzo da parte dei Centri Funzionali Decentrati (CFD).
  2. La seconda sezione dedicata all’uso operativo per i CFD, dove si propone una suddivisione dei prodotti per livelli legati al dettaglio dell’informazione, al livello di conoscenza/competenza dell’operatore di Centro Funzionale.
  3. La terza sezione è relativa alla descrizione sintetica dei principali errori connessi alle misure da radar meteo e la modalità con cui identificarli in modo speditivo secondo la letteratura scientifica anche attraverso l’analisi di casi studio.
  4. La quarta sezione riguarda la trasmissione delle informazioni dal CFD verso altri Enti territoriali, in particolare Comuni e i presidi territoriali fornendo alcuni suggerimenti relativi a come comunicare in modo semplice, senza eccedere nel contenuto tecnico, la situazione in atto, fornendo così elementi al Centro Operativo Comunale, al Tecnico Comunale ed agli Amministratori sugli accadimenti in atto.

Le Linee guida, grazie alle attività di affiancamento con i tecnici dei CFD sono state contestualizzate alle esigenze tecnico-organizzative regionali, con elaborazione di specifiche linee guida regionali (report B21BAS/CAL/CAM/PUG/SIC_LG1 disponibili nella sezione predisposta per ognuna delle Regioni).

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  • A22_LG1 - Linee guida sull’utilizzo del dato radar e sulla sua integrazione con altri sensori, con esempi di integrazione con la modellistica atta a stimare gli effetti al suolo (file PDF)
  • A22_DT1 - Analisi delle caratteristiche operative dei prodotti di nowcasting e possibilità di utilizzo nelle realtà dei Centri Funzionali Decentrati (CFD) (file PDF)

Il documento (report A51_LG1), sulla base anche di una review dei sistemi di monitoraggio in funzione dei fenomeni idrogeologici ed idraulici, definisce i criteri per la scelta della tipologia di sistemi di monitoraggio speditivi attraverso i quali supportare le Regioni e i Comuni nel controllo degli eventi in atto e nella valutazione del loro possibile impatto sul territorio.

Per l’individuazione degli strumenti idonei alle attività di monitoraggio speditivo sono stati selezionati, in primo luogo, i criteri di scelta tali da garantire una migliore gestione degli eventi prevedibili e, in secondo luogo, definire gli scenari di evento che dovranno essere considerati.

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  • A51_LG1 - Linee guida per la scelta della tipologia di sistemi di monitoraggio speditivi in funzione dei fenomeni idrogeologici ed idraulici in funzione dei fenomeni idrogeologici ed idraulici (file PDF)

Le Linee Guida definiscono prima le metodologie per la raccolta di dati che tengono in considerazione la legislazione e le pratiche esistenti per poi specificare gli obiettivi generali della raccolta e quindi, a cascata, descrivere le iniziative e le pratiche che devono essere integrate a quanto già definito dalla Direttiva Alluvioni (Direttiva 2007/60/CE), e, in ultima analisi, le caratteristiche del Data Base di riferimento.

Tali elementi hanno costituito la base per la redazione, nell’ambito delle attività B di affiancamento, di Linee guida regionali che hanno affrontato il tema con un maggiore dettaglio (documenti B22BAS/CAL/CAM/PUG/SIC_LG1, scaricabili nella cartella disponibile per ognuna delle cinque regioni).

È stato infine sviluppato un Prototipo (mock-up) di sistema per la raccolta di informazioni su fenomeni alluvionali e da frane e relative conseguenze a livello locale (report A23_TI3). Tale strumento ha lo scopo di aiutare la Regione a strutturare logicamente il processo di raccolta e organizzazione delle informazioni, nonché essere utilizzato come base per l’eventuale sviluppo di un applicativo da integrare all’interno dei propri sistemi informativi.

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  • A23_LG1 - Linee guida Linee guida per l'acquisizione e organizzazione dati per ricostruzione degli eventi e inserimento nella piattaforma FloodCat da parte degli Enti interessati (file PDF)
  • A23_TI3_Report - Prototipo (mock-up) di sistema per la raccolta di informazioni su fenomeni alluvionali e da frane e relative conseguenze a livello locale” (file PDF)

Nelle linee guida (report A21_LG1_Volume1) vengono descritte le attività metodologiche relative alle analisi di suscettività da alluvione. Tali analisi si basano sulla interpretazione di fattori predisponenti di ordine prevalentemente geomorfologico, integrata con modelli interpretativi addestrati sulla base di osservazioni relative alle aree e punti interessati da eventi alluvionali.

Nelle Linee guida sono descritte le analisi di suscettività che sono state svolte con metodi diversi a seconda se la fascia di territorio investigata era quella compresa entro 350 m s.l.m. o quella oltre i 350 m s.l.m.

Il modello impiegato per l’analisi di suscettibilità da alluvione nella fascia fino a 350 m s.l.m. utilizza il metodo geostatistico weight of evidence (WoE) che considera il modello digitale del terreno, il reticolo di drenaggio, la litologia dei terreni e l’uso del suolo.

Per la costruzione della mappa sopra la fascia dei 350 m s.l.m. è stato invece utilizzato il metodo dell’indice geomorfologico delle alluvioni (GFI), calcolato grazie al modello digitale del terreno.

Il documento contiene anche indicazioni circa l’utilizzo delle mappe di suscettività da alluvione nella pianificazione di protezione civile.

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  • A21_LG1_Volume1 - Linee guida per la mappatura della pericolosità dei fenomeni idrogeologici e idraulici non analizzati dal PAI e/o dal PGRA e per la relativa integrazione dei Piani di protezione civile (Volume 1: suscettività da alluvione) (file PDF)
  • A21_TI5_Report - Relazione accompagnatoria della mappa di suscettività da alluvione (file PDF)

Nelle Linee guida (report A21_LG1_Volume2) vengono descritte tecniche e metodologie per la realizzazione di carte di suscettibilità da frana sinottiche e a scala di bacino. Vengono descritti in particolare:

  1. i metodi e i modelli principali per la zonazione della suscettibilità da frana con particolare riferimento all’importanza della validazione dei modelli;
  2. alcuni esempi di cartografia delle frane realizzate per l’intero territorio italiano;
  3. la metodologia della zonazione della suscettibilità da frana.

La valutazione della suscettibilità da frana è stata sperimentata in cinque Contesti Territoriali (CT) pilota, uno per ciascuna delle Regioni interessate dal Programma. La descrizione dell’analisi e delle mappe di suscettività da frana per i cinque CT pilota sono riportate nel report A21_LG1_Volume_2 (CT di Catanzaro, Lucera e San Fratello) e nel report A21_DT1 (CT di Rionero in Vulture e Vallata).

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  • A21_LG1_Volume 2 - Linee guida per la mappatura della pericolosità dei fenomeni idrogeologici e idraulici non analizzati dal PAI e/o dal PGRA e per la relativa integrazione dei Piani di protezione civile (Volume 2: suscettività da frana) (file PDF)
  • A21_DT1 - Relazione tecnica sui casi di studio di Rionero in Vulture e Vallata (file PDF)
  • A21_TI6_Report - Relazione accompagnatoria della mappa di suscettività da frana (file PDF)

Il documento (report A11_LG1_DEF) riferisce circa l’utilizzo di indicatori e indici per la caratterizzazione dei Contesti Territoriali. Gli indicatori possono essere considerati parametri che descrivono lo stato di fatto di fenomeni e processi, rilevando e sintetizzano dati complessi in modo da facilitarne la comunicazione.

L’elaborazione e/o la combinazione di più indicatori può dar luogo ad un indice. Indicatori e indici possono essere utilizzati come strumenti a supporto delle decisioni e per il monitoraggio di progressi al fine del raggiungimento di obiettivi gestionali. Per la definizione degli indicatori sono stati utilizzati dataset prodotti da enti ufficiali che operano a scala nazionale e forniscono la descrizione del metodo usato per raccogliere i dati e la relativa data di produzione (dati IFFI, PAI, PGRA, ReNDIS, ecc).

Nel documento A11_DT4 - Set di indicatori individuati comprendenti anche quelli costruiti ad hoc - sono proposti e descritti indicatori e indici territoriali e sono riportati i loro valori nei Contesti Territoriali (CT) delle Regioni Campania, Calabria, Puglia, Basilicata e nei Centri Unificati Operativi per l’Emergenza (CUORE) per la Regione Siciliana.

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  • A11_LG1_DEF - Linee guida relative alla caratterizzazione dei Contesti Territoriali (file PDF)
  • A11_DT4 - Set di indicatori individuati comprendenti anche quelli costruiti ad hoc (file PDF)

Il documento (report A32_ LG1) descrive la metodologia per la caratterizzazione degli scenari di evento e delle relative conseguenze che prevede una riclassificazione dei fenomeni e danni ipotizzati nella Tabella delle allerte e delle criticità meteo-idrogeologiche e idrauliche (Allegato 1 alle Indicazioni operative del 10 febbraio 2016 per l'omogeneizzazione dei messaggi di allertamento e delle relative Fasi operative per rischio meteo-idro), con verifica della congruenza rispetto ai criteri utilizzati per costruire la piattaforma FloodCat e la successiva attribuzione di tali fenomeni agli scenari tipici di evento.

Nel documento metodologico, viene proposta una catalogazione degli eventi attraverso la definizione di Scenari Tipici di Evento (STE) suddivisi in 10 tipologie.

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  • A32_LG1 - Linee guida per l’identificazione di scenari tipici di evento (file PDF)

Le Linee guida (report A32_LG2) descrivono la metodologia di analisi per individuare i punti di maggiore criticità presenti sul territorio e relativi al rischio di esondazione. In particolare, l‘attenzione è stata indirizzata alla identificazione dei cosiddetti punti critici possibili (PCP), cioè quelli dove potrebbe attivarsi un fenomeno di esondazione, con conseguente inondazione delle aree limitrofe.

Le Linee guida, pertanto, hanno lo scopo di:

  • indicare le modalità per l’individuazione dei PCP;
  • definire un set minimo di strati informativi, di carattere geomorfologico, facilmente reperibili e/o realizzabili, necessari per l’individuazione dei PCP;
  • definire le modalità di analisi mirata dei PCP ricadenti nelle altre aree al fine di ricostruire un quadro di riferimento complessivo per l’identificazione delle criticità e degli squilibri idraulici che caratterizzano il territorio di interesse (bacino idrografico, comprensorio amministrativo).

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  • A32_LG2 - Linee guida per la redazione di carte dei punti critici idraulici (file PDF)

Le Linee guida (report A32_LG4) definiscono gli aspetti metodologici per la costruzione degli scenari di evento relativamente alle alluvioni ed alle frane. Gli Scenari di evento devono descrivere in modo sintetico e facilmente comprensibile quali sono le caratteristiche di specifici fenomeni (frane e alluvioni) che possono manifestarsi, descrivendone l’intensità, le aree interessate, le direttrici lungo le quali è prevedibile che si possano sviluppare, i punti di innesco e altre informazioni utili a capire le caratteristiche essenziali dei fenomeni stessi.

Sono stati distinti tre livelli di approfondimento:

  1. Livello 1 o speditivo, realizzabile generalmente con dati già disponibili;
  2. Livello 2 o intermedio, che necessita di dati e modellazioni ad hoc;
  3. Livello 3 o di dettaglio, che abbisogna di informazioni e modellazioni estremamente dettagliate.

Le procedure per la costruzione al primo livello di scenari di evento, sia per le alluvioni che per le frane, sono state applicate per 12 Comuni identificati come casi di studio nelle cinque Regioni interessate dal Programma.

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  • A32_LG4 - Linee guida per la costruzione di scenari di evento per diversi livelli e scenari tipici (file PDF)

Nelle Linee guida (report A41_LG1) si è provveduto alla classificazione e caratterizzazione dei punti singolari che sarebbe necessario individuare per migliorare le azioni di prevenzione e gestione delle emergenze. Tali punti possono essere censiti e catalogati nel seguente modo:

  • punti critici, ovvero le zone circoscritte dove si possono determinare situazioni critiche che necessitano di monitoraggio sul posto (es. fitta vegetazione in alveo, tratti tombati, ostruzioni);
  • punti di osservazione, strumentale o diretta/visiva, cioè i punti situati vicino al punto critico dai quali effettuare i controlli in condizioni di sicurezza;
  • punti di intervento, ovvero i punti dove, identificate le possibili criticità, è necessario programmare e attuare interventi di somma urgenza in corso di evento per attenuare l’impatto del fenomeno in atto (es. difese dal sormonto o dall’erosione, drenaggi e deviazioni di acque superficiali);
  • punti ad altissima vulnerabilità (PAV), cioè gli edifici e gli spazi aperti nei quali la vulnerabilità delle persone è particolarmente elevata in ragione della intensità dei fenomeni, delle caratteristiche dei luoghi, della concentrazione e delle caratteristiche delle persone stesse (es. sottopassi, piani seminterrati abitati).

Sono state inoltre predisposte apposite schede dei punti singolari (report A41_LG2_Allegato1): una scheda monografica e, laddove necessario, una scheda sopralluogo, in tempo ordinario e in allertamento. È stata inoltre redatta una Scheda degli itinerari da seguire durante le attività di monitoraggio diretto dei punti critici (attività di Presidio territoriale).

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  • A41_LG1 - Linee guida per l’identificazione dei punti critici e dei punti di osservazione (file PDF)
  • A41_LG2_Allegato 1 - Schede dei punti singolari (file PDF)

Il Presidio territoriale consiste nell’attività di monitoraggio osservativo del territorio operata dalle strutture della protezione civile dei vari livelli territoriali attraverso l’osservazione, diretta e in tempo reale, dell’evoluzione dei fenomeni in atto e dell’insorgenza di fenomeni precursori potenzialmente pericolosi per la pubblica e privata incolumità.

Le Linee guida (report A41_LG2) offrono una descrizione del Presidio Territoriale, richiamando le esperienze di maggiore rilevanza, la normativa di riferimento e un inquadramento generale dell’organizzazione territoriale, dei compiti, della composizione e del Disciplinare che definisce obblighi e responsabilità del Presidio e dei presidianti. Vengono in particolare definiti gli assetti organizzativi del Presidio territoriale a scala regionale, comunale, intercomunale, l’articolazione del territorio regionale in Zone e Settori di Presidio e lo schema generale di Protocollo di Presidio da integrare nei piani di protezione civile.

Nell’ambito delle attività B di affiancamento, per ciascuna delle Regioni partecipanti al Programma, è stata elaborato un Progetto di Presidio territoriale con indirizzi organizzativi e applicativi (report B41BAS/CAL/CAM/PUG/SIC_LG1, scaricabili nelle cartelle ad hoc per i prodotti regionali). Tale progetto applica, con gli opportuni adattamenti alle varie realtà regionali, i criteri generali contenuti nelle Linee guida per l’organizzazione del Presidio territoriale.

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  • A41_LG2 - Linee guida per l’organizzazione del Presidio territoriale idrogeologico e idraulico (file PDF)

Le attività metodologiche descritte nelle Linee guida (report A32_LG5) si sono concentrate sulla stima, articolata in tre livelli, dell’indice di danno o rischio per le persone presenti all’interno di determinati “oggetti” (edifici, strade, spazi aperto) attraverso la valutazione della vulnerabilità individuale e dell’affollamento in tali oggetti.

Così come per gli scenari di evento anche per gli scenari di rischio sono possibili analisi su tre livelli: da uno più speditivo (livello 1), che valuta il rischio solo in alcuni punti dove si suppone che la vulnerabilità sia più elevata e che quindi può essere agevolmente applicato all’intero territorio comunale, fino ad uno più complesso (livello 3), che necessita di informazioni ed elaborazioni tali da poter essere applicato solo a porzioni limitate del territorio.

Le procedure per la costruzione al primo livello di scenari di rischio per le persone, sia per le alluvioni che per le frane, sono state applicate per 12 Comuni identificati come casi di studio nelle cinque Regioni interessate dal Programma.

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A32_LG5 - Linee guida per la definizione di scenari di rischio per le persone (file PDF)

Il documento (report A31_LG1) riferisce sui criteri di elaborazione e sui contenuti di una Scheda di analisi del Piano comunale di protezione civile, redatta in coordinamento da RTI CIMA con l’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IGAG), affidatario dell’incarico relativo al PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020 per il rischio sismico e vulcanico. L’organizzazione e la struttura e i contenuti della Scheda di analisi sono coerenti con quanto disposto dalla Direttiva Piani (Direttiva PCM 30 aprile 2021) e con la struttura dati del Catalogo nazionale dei Piani di Protezione Civile” di cui al Capitolo 6 della medesima Direttiva.

La scheda prodotta (tool informatico A31_TI2_DEF) è stata testata sui Piani di protezione civile di 50 Comuni (10 per ognuna delle cinque Regioni interessate), selezionati dalle strutture di protezione civile regionali, al fine di verificarne sia la completezza che la chiarezza e comprensibilità dei campi

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  • A31_LG1 - Linee guida per l’analisi dei piani esistenti (file PDF)
  • A31_TI2_DEF - Scheda per l’analisi dei Piani di protezione civile (file XLSX)

Nelle Linee guida (report A43_LG1) vengono identificati e descritti i criteri per valutare le componenti del Piano di protezione civile (PPC) e il PPC nel suo complesso e quelli per individuare le componenti del PPC da modificare o integrare in sede di aggiornamento periodico.

Nel documento allegato alle Linee guida (report A43_LG1_Allegato1) vengono descritti, a titolo esemplificativo, gli schemi applicativi relativi a ciascuna delle procedure di valutazione individuate e descritte nel paragrafo 2.3 delle Linee guida stesse.

Il metodo di valutazione proposto è stato applicato ai PPC dei 50 Comuni per i quali era stata compilata la Scheda di analisi del piano protezione civile comunale (linee guida A31_LG1 e tool informatico A31_TI2_DEF).

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  • A43_LG1 - Linee guida per la valutazione dei Piani di protezione civile (file PDF)
  • A43_LG1_Allegato 1 - Schemi applicativi delle procedure di valutazione di un PPC (file PDF)

Le Linee guida (report A51_LG2_DEF) sono finalizzate in primo luogo alla definizione di una metodologia per l’individuazione delle misure non strutturali necessarie al raggiungimento di un livello standard minimo di riduzione del rischio per la salvaguardia della pubblica e privata incolumità. Il documento riporta inoltre in allegato la descrizione, per ogni componente delle quattro misure non strutturali considerate (allertamento, formazione dei tecnici, informazione alla popolazione e attività esercitative) di quattro possibili livelli di implementazione.

Alle Linee guida si affiancano un tool informatico (tool A51_TI1) per la valutazione degli indicatori di capacità e dell’efficacia delle misure non strutturali di riduzione del rischio. il prodotto consiste in un foglio di calcolo Microsoft Excel, articolato in alcune schede. Il funzionamento del tool è illustrato in un apposito manuale d’uso (report A51_DT4), nel quale vengono presentati i livelli di interazione dell’utente con il tool, le informazioni e valutazioni che ne possono essere derivate e alcuni possibili casi d’uso

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  • A51_LG2_DEF - Linee guida per l’individuazione delle misure non strutturali necessarie per raggiungere un livello standard minimo di riduzione del rischio per la salvaguardia della pubblica e privata incolumità e loro integrazione dei piani di emergenza” (file PDF)
  • A51_TI1 (versione 2.0) - Tool di supporto alla stesura di PE secondo standard minimi (file XLSX)
  • A51_DT4 - Manuale per l’utilizzo del tool A51_TI1 (file PDF)